PdL all’Open Source: “Me ne frego!”

Cari elettori illusi del centro-destra, sono felice di annunciare a chi di voi si intende un minimo di informatica, che per l’ennesima volta gli esponenti del partito maggiore della coalizione soffrono di una crisi di amnesia acuta.

Esattamente 4 mesi fa infatti, Punto Informatico inviò ad alcuni esponenti e ad alcune segreterie di partito domande riguardo l’informatica in Italia e le loro intenzioni. Alla domanda di Punto Informatico:

È giusto che la Pubblica Amministrazione sempre più spesso rivolga le proprie attenzioni al software open source anziché a quello proprietario?

l’esponente del PdL Maurizio Gasparri risponde come segue:

L’Open Source è una opportunità per lo sviluppo del Paese perché mette la PA [Pubblica Amministrazione] nelle condizioni di risparmiare ed essere indipendente dai fornitori. Tuttavia è bene vedere questa opportunità senza pregiudiziali di tipo ideologico.
L’adozione di software Open Source va valutata con attenzione caso per caso, perché talvolta riduce i costi, ma a volte ne nasconde altri.
Per questo credo che gli Open Standard siano la scelta più giusta che darà vero valore alla pubblica amministrazione, rendendola autonoma e in grado di crescere con il contributo di tutte le comunità di sviluppatori.

Bene, alla luce dei recenti fatti, sembra che il partito dell’Onorevole abbia dimenticato le parole del proprio esponente. Apprendo infatti tramite Zeus News che:

Il Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, Renato Brunetta, ha firmato oggi un Protocollo d’intesa con il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e l’Amministratore Delegato di Microsoft Italia, Pietro Scott Jovane,  per la realizzazione di un progetto pilota di ammodernamento e dematerializzazione  della gestione documentale degli uffici.

Dunque quasi spontaneamente mi chiedo, le parole dell’Onorevole Gasparri erano solo di facciata? È stato rilevato un costo minore nelle soluzioni Microsoft (ipotesi non esclusa da Gasparri)? Se si, potrebbero i deputati approfondire l’argomento? Magari un finanziamento speciale offerto da Microsoft stessa? Questo risparmio vale la perdita di autonomia della pubblica amministrazione e soprattutto l’impossibilità d’accesso a chi non fa uso di tecnologie proprietarie? È normale che chi deve accedere a documenti pubblici sia costretto a pagare la licenza di un software proprietario?

Queste domande rimarranno sempre senza risposta, un po’ perché nessuno legge questo blog, un po’ perché nessuno si sognerà mai di rispondere.

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